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Tensioattivi: cosa sono e come funzionano

Conoscere i diversi tipi di tensioattivi può aiutarti prenderti cura della tua pelle. soprattutto se è sensibile.
Negli ultimi due anni abbiamo sentito continuamente ribadire l’importanza di lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone per prevenire la trasmissione del Covid-19 (e non solo).
L’efficacia di questo gesto è dovuta alla presenza nei detergenti di una particolare classe di molecole: i tensioattivi.

Cosa sono i tensioattivi?

I tensioattivi sono delle molecole costituite da due porzioni:

  • una idrofila o polare, ovvero con affinità per l’acqua
  • una lipofila (detta anche idrofoba o apolare) con affinità per tutto ciò che è oleoso.

Queste due porzioni determinano la loro organizzazione nello spazio a seconda che siano posti in un mezzo acquoso o oleoso.

All’interno dei classici detergenti schiumogeni che utilizziamo per mani, viso o corpo, i tensioattivi sono organizzati in micelle: sono strutture sferiche in cui la testa idrofila è rivolta verso l’esterno e la coda lipofila verso l’interno.

Quando per lavarci utilizziamo l’acqua e il sapone, le micelle presenti nel sapone inglobano lo sporco e i residui di sebo presenti sulla superficie cutanea, allontanandoli.
Nel caso dei virus, l’azione dei tensioattivi va oltre la “semplice” rimozione dalla superficie cutanea. Consiste, infatti, nel rompere l’involucro esterno (bylayer lipidico) che li protegge e consente loro di riprodursi.

Quali scegliere per la pelle sensibile?

Chi soffre di patologie dermatologiche, come dermatite atopica o psoriasi, ma anche semplicemente chi soffre di secchezza cutanea, dovrebbe scegliere detergenti non schiumogeni o leggermente schiumogeni.
Questi detergenti solitamente contengono una miscela bilanciata di tensioattivi che li rende delicati sulla superficie cutanea.
In caso di patologia dermatologica è bene rivolgersi sempre al proprio dermatologo e/o farmacista, che aiuterà il paziente nella scelta del detergente più indicato.

Categorie di tensioattivi

Da un punto di vista chimico, i tensioattivi si suddividono in quattro categorie a seconda della loro struttura: anionici (forti e delicati), anfoteri, cationici e non ionici.

Anionici

Sono caratterizzati dalla presenza sulla testa di una carica negativa salificata con uno ione positivo.
Hanno un elevato potere lavante e schiumogeno accompagnato però da un’altrettanta elevata aggressività nel rimuovere lo sporco e di conseguenza anche i lipidi epidermici. Per questo sono definiti anionici forti.
I più comuni di questa classe sono il sodium laureth sulfate e l’ammonium laureth sulphate.

Tra i tensioattivi anionici c’è anche una classe di molecole più delicate, come il sodium myreth sulfate e il magnesium oleth sulfate. Gli anionici delicati hanno il vantaggio di mantenere l’elevato potere lavante degli anionici, ma di essere più delicati sulla superficie cutanea.

Anfoteri

Sono caratterizzati dalla presenza sulla testa polare sia di una carica positiva sia di una carica negativa.
Questo determina una struttura simile a quella delle proteine cutanee e quindi una maggiore dermocompatibilità, pur mantenendo un buon potere lavante e schiumogeno.
A questa categoria appartengono molecole come il sodium cocoamphoacetate e la cocamido propyl betaine.

Non ionici

Sono molecole in cui la testa polare non presenta una carica. Sono caratterizzati da un’alta dermocompatibilità, ma da un basso potere lavante e schiumogeno.
All’interno di questa categoria rientrano anche i tensioattivi polimerici, come il poloxamer 188. Sono molecole caratterizzate da un’azione molto delicata sulla pelle, paragonabile quasi a quella dei lipidi utilizzati nella detersione per affinità.

Cationici

I tensioattivi cationici, infine, si caratterizzano per la presenza di una carica positiva sulla testa polare. Non sono dotati di potere lavante e per questo sono utilizzati come condizionanti.

Il mix fa la differenza

Nei detergenti i tensioattivi anionici, anfoteri e non ionici sono utilizzati in combinazione, per creare prodotti più o meno schiumogeni e più o meno dermocompatibili.

Questi due aspetti dipendono da due fattori principali:

  • dal tipo di tensioattivo primario utilizzato, ovvero quello presente in maggior quantità
  • dal numero totale di tensioattivi utilizzati.

Il tensioattivo primario dà l’impronta al detergente: se è un anionico siamo di fronte ad un detergente schiumogeno. La  dermocompatibilità complessiva del prodotto dipenderà poi dalla tipologia e dal numero degli altri tensioattivi presenti.

È possibile, infatti, bilanciare l’aggressività del tensioattivo anionico mescolandolo con tensioattivi di altre classi o utilizzando un elevato numero di tensioattivi, ottenendo così micelle più grandi e quindi più dermocompatibili.

Le informazioni riportate non sono consigli medici. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere dell’esperto.