"Senza parabeni," "senza siliconi," “senza profumo” sono solo alcune delle diciture che hanno dominato la comunicazione dei prodotti cosmetici nell’ultimo decennio.
La "cosmesi del senza" è una strategia di marketing?
La cosiddetta "cosmesi del senza" è stata un trend di marketing ampiamente diffuso nel settore cosmetico, caratterizzato dall'enfasi sull'assenza di determinati ingredienti, piuttosto che sulle scelte formulative e sui benefici apportati dal prodotto.
L'idea di comunicare l’assenza di alcune classi di ingredienti nacque con l'obiettivo di tutelare le persone con pelli problematiche, per le quali l’uso di prodotti contenenti ad esempio certi profumi e conservanti, poteva rappresentare un rischio.
Tuttavia, con il tempo, questa strategia comunicativa si estese notevolmente, coinvolgendo anche ingredienti già normati e/o vietati dal Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici.
Questo tipo di comunicazione è ad oggi vietata poiché ingannevole, suggerendo implicitamente che alcuni prodotti siano migliori di altri solo per l’assenza di specifici componenti, di fatto normati e/o vietati nel mondo cosmetico.
La dicitura “nickel free” nei cosmetici è veritiera?
Anche la dicitura “nickel free” è vietata in quanto il nickel e altri metalli pesanti, come il cobalto e il cromo, sono tra le sostanze vietate per l’uso cosmetico dal Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici.
La presenza di nickel è consentita solo in tracce dell’ordine dei ppm, come impurezza di alcuni ingredienti (ad esempio pigmenti) o come residuo rilasciato dall’acciaio degli impianti produttivi durante i processi di produzione.
Ad oggi è quindi impossibile eliminare completamente questo metallo pesante dai cosmetici. Inoltre, pur adottando tutti gli accorgimenti possibili relativamente alla scelta delle materie prime e al processo di produzione, le tecniche analitiche attuali non permettono di poter escludere completamente la presenza di metalli pesanti, ma di accertarsi che la quantità presente sia al di sotto della soglia di sensibilizzazione, stabilita dall’Istituto Superiore di Sanità come inferiore a 1 ppm.
Allergia al nickel e sicurezza dei cosmetici "nickel tested"
A tutela del consumatore che presenta una predisposizione allo sviluppo di allergie, le aziende che eseguono analisi specifiche per valutare l’eventuale presenza di metalli come impurezza nei loro prodotti possono riportare la dicitura “nickel tested” con indicazione del rispetto della soglia di 1 ppm.
I cosmetici che presentano una concentrazione di metalli pesanti inferiore a 1 ppm sono ritenuti sicuri in quanto, al di sotto di questa soglia, il rischio di sensibilizzazione della popolazione è considerato non significativo. Tuttavia, è importante sottolineare che, se una persona è già sensibilizzata al nickel, può manifestare una reazione allergica anche se le tracce presenti nel prodotto sono al di sotto della soglia di sensibilizzazione.
Considerazioni per le persone allergiche al nichel
Nel mondo industrializzato, il nickel è una delle cause più comuni di dermatite allergica da contatto in quanto presente anche in diversi oggetti di uso comune come monete, gioielli e chiavi.
Le persone allergiche al nichel, per ridurre il rischio di reazioni, possono seguire l’accortezza di non utilizzare prodotti come fondotinta, ombretti e creme colorate, in quanto contenti ossidi di ferro e altri minerali in cui sono presenti tracce di metalli pesanti, e prediligere i cosiddetti prodotti “bianchi” con cui il rischio di sviluppare una reazione allergica diminuisce sensibilmente.
Per la scelta del prodotto cosmetico più adatto, ci si può rivolgere al proprio medico e/o farmacista che indirizzerà nella scelta di prodotti formulati per ridurre al minimo il rischio di allergia.